Lo screening nel tumore al seno

Lo screening nella prevenzione del tumore al seno

 

Lo screening del tumore al seno è una routine che deve far parte della vita di ogni donna e non deve essere data per scontata, dimenticata o rimandata. Nel corso degli ultimi decenni la ricerca ha fatto passi da gigante e le moderne procedure diagnostiche, che permettono di individuare un cancro della mammella allo stadio iniziale, consentono oggi una migliore riuscita delle cure. Oltre a trattamenti mirati in base alle caratteristiche del tumore che garantiscono probabilità di sopravvivenza maggiori rispetto al passato. Ma questo da solo non basta. Va ricordato, infatti, che la prevenzione è un’arma quotidiana che passa dall’ascolto, dalla percezione e dalla consapevolezza del proprio corpo. E che solo partendo dai piccoli segnali di tutti i giorni, minimi allarmi e sospetti non trascurati si combatte la battaglia più efficace contro il tumore al seno.

 

Prevenzione primaria e secondaria

Esclusi i fattori di rischio non modificabili all’origine del tumore al seno, come la predisposizione genetica e la storia familiare caratterizzata dalla presenza di casi di cancro al seno o all’ovaio, la cosiddetta prevenzione primaria mira a intervenire su quei fattori di rischio modificabili del tumore al seno che sono alla base dei comportamenti di tutti i giorni. Seguendo uno stile di vita sano, evitando l’alcol e il fumo, praticando attività fisica regolare, è possibile eliminare alcune delle cause che provocano l’insorgenza del tumore alla mammella, il più diffuso tra le donne, con 50mila nuove diagnosi ogni anno solo in Italia.

Altre buone pratiche sono rappresentate dall’autoesame del seno, da esami medici o da mammografie a cadenza periodica per l’identificazione precoce del tumore al seno. La diagnosi di un cancro in fase iniziale, quando è ancora curabile, rientra nella cosiddetta prevenzione secondaria. Si tratta cioè di una modalità di esame preventivo che – è stato dimostrato scientificamente – permette di ridurre la mortalità per il tumore della mammella. Nelle donne tra i 50 e i 70 anni, la mammografia con cadenza biennale può ridurre la mortalità fino al 40%, mentre nelle donne tra i 40 e i 50 sottoporsi a una mammografia annuale può ridurre il tasso di mortalità fino al 20% (dati IRCSS Ospedale San Raffaele).

 

Lo screening offerto dal Servizio Sanitario Nazionale

In tutte le regioni il Servizio Sanitario Nazionale offre alle donne sane tra i 50 e i 69 anni la possibilità di eseguire gratuitamente, su invito diretto tramite lettera inviata a casa ,una mammografia bilaterale in due proiezioni e doppia lettura ogni due anni e, se necessario, successivi approfondimenti e una cadenza personalizzata per gli esami successivi (Decreto Legge n. 388 del 23.12.2000). In base a ulteriori raccomandazioni approvate dall’Intesa Stato Regioni è stata considerata, e in alcuni casi attuata, l’estensione dell’invito alla mammografia di screening alle donne nella fascia d’età 45-49 anni, con intervallo di 12-18 mesi, e alle donne nella fascia 70-75 anni con cadenza biennale.

 

Obiettivo dello screening

L’obiettivo dello screening mammografico è quello di scoprire possibili tumori al seno molto piccoli, di dimensione inferiore al centimetro, non palpabili e non ancora completamente formati (in situ), o comunque alterazioni che, pur non essendo tumorali, precedono questa malattia. Il programma di presa in carico della paziente tramite campagna di prevenzione prevede due livelli di approfondimento. Nel primo livello è compresa una mammografia senza rilascio delle immagini, valutata da due radiologi esperti che operano in maniera indipendente l’uno dall’altro. Se è negativa, la risposta viene inviata a casa con l’invito per il prossimo esame a 2 anni di distanza. Se invece occorrono ulteriori indagini scatta il secondo livello: la donna verrà invitata telefonicamente a eseguire ulteriori esami di approfondimento (visita senologica, ecografia, altra proiezione mammografica, biopsia) che consentiranno di escludere o confermare la presenza di alterazioni.

L’invito a eseguire questi esami di approfondimento può comprensibilmente provocare ansia e timore. Tuttavia va tenuto presente che, nella maggior parte dei casi, tali accertamenti escludono la presenza di un tumore. Solo in una piccola percentuale delle donne richiamate viene riscontrato un tumore che, comunque, è in fase iniziale e quindi guaribile.

 

Altri esami clinici di routine

 

La mammografia viene generalmente consigliata a partire dai 40 anni di età, mentre per le donne in gravidanza e per le donne di età inferiore ai 39 anni l’indagine da preferire è l’ecografia mammaria che può essere eseguita annualmente. Invece, per le donne ad alto rischio con un’importante storia familiare di tumore alla mammella o all’ovaio o portatrici di mutazione genetica, il Piano Nazionale di Prevenzione prevede un programma di sorveglianza con controlli mammografici a partire dai 25 anni o 10 anni prima dell’età dall’insorgenza del tumore mammario nel familiare più giovane. In questo caso la risonanza magnetica delle mammelle a cadenza annuale è raccomandata a completamento della mammografia.

La visita senologica è un altro esame di routine, indolore e senza l’ausilio di particolari strumentazioni, consigliato a partire dai 25-30 anni per escludere l’insorgenza di un tumore al seno. Si tratta di un esame clinico completo del seno, eseguito dal medico specialista senologo, durante il quale viene effettuata l’ispezione e la palpazione del seno e delle stazioni linfonodali dei cavi ascellari, alla ricerca di anomalie e segni sospetti.

Nel corso della prima visita senologica la paziente può esporre allo specialista i propri dubbi o quesiti per qualsiasi tipo di problema che riguardi il seno. Come per esempio un nodulo o un altro cambiamento insolito riscontrato attraverso l’autopalpazione. I sintomi di un carcinoma mammario variano ampiamente, dai grumi al gonfiore ai cambiamenti della pelle, e molti tumori al seno non hanno alcun sintomo evidente. È importante far controllare al medico senologo qualsiasi aspetto insolito che potrebbe anche non essere un cancro, ma una condizione meno grave come un’infezione o una cisti.

 

Per informazioni più dettagliate, puoi anche contattarmi alla seguente mail

Prof. Massimo Vergine-Chirurgo senologo

Direttore Unità Operativa Complessa della Chirurgia della mammella- chirurgo Breast Unit

Policlinico Umberto I di Roma

Per appuntamento per visita senologica Policlinico Umberto I  tel. 06.49977800    te. 339.6166430

o scrivere a  massimo.vergine@uniroma1.it                   Visita il Lunedi ore 8-13

 

Per appuntamenti  in intramoenia

Clinica Mater Dei          (visita senologica intramoenia)   tel  –  06.83803     (Mercoledi ore 16-19)

STUDIO ARTEMISIA LAB LANCISI   ( visita senologica intramoenia) tel- 06.44088  (Giovedi ore 13 -16) -Roma


 

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