Cosa si intende per capezzoli introflessi - Cause

 

Capezzoli introflessi -Prof. Massimo VergineI capezzoli introflessi sono anomalia abbastanza frequente da cause verosimilmente di origine genetica: infatti è facile riscontrarlo in generazioni successive della stessa famiglia.
Può essere bilaterale o monolaterale.
Secondo alcune teorie è dovuto ad un arresto di sviluppo per la mancanza di fibre muscolari che nascono dalla placca muscolare dell'areola associato talvolta a tralci fibrosi che trattengono i dotti galattofori. I capezzoli introflessi possono provocare sia disturbi di ordine psicologico sin dall'adolescenza sia di natura fisiologica quale la difficoltà e talvolta l'impossibilità all'allattamento
In media la patologia dei capezzoli introflessi può interessare il 2% delle donne.

I capezzoli introflessi possono interessare una o entrambe le mammelle.
I capezzoli rivestono una rilevante importanza per quanto riguarda l'immagine femminile, e una loro evidente anomalia può causare spesso sin dall'età adolescenziale problemi di tipo psicologico, ma ancor più in età adulta oltre a questo aspetto vi è anche da mettere in risalto la funzione dell'allattamento che potrebbe essere compromessa .

Per la maggior parte delle donne che presentano i capezzoli introflessi è difficile iniziare e mantenere un normale allattamento al seno, causando talvolta anche segni di irritazione e infiammazione dovute alla difficoltà della suzione da parte del neonato.
Secondo alcune teorie è dovuto ad un arresto di sviluppo per la mancanza di fibre muscolari che nascono dalla placca muscolare dell'areola associato talvolta a tralci fibrosi che trattengono i dotti galattofori e spesso associata ad ipoplasia dei dotti.

Classificazione dei Capezzoli Introflessi

Esistono vari gradi di capezzolo introflesso. che vanno da una forma lieve nella quale il capezzolo è introflesso a riposo ma si estroflesse dietro stimolo manuale o al freddo , fino a forme più gravi nelle quali il capezzolo rimane introflesso anche sotto stimolo.

Viene fatta di solito una classificazione in 3 gradi.

Capezzoli introflessi I grado: il capezzolo si everte con facilità manualmente e si mantengono estroflessi da qualche secondo a qualche minuto per ritornare introflessi in maniera autonoma. In questo caso i dotti galattofori sono ancora parzialmente retratti e compromessi e quindi è possibile che riescano a svolgere la funzione dell'allattamento.

Capezzoli introflessi di II grado: il capezzolo si everte manualmente con maggiore difficoltà e ritorna nella posizione invertita senza trazione, In questo caso il grado di fibrosi è un un più importante e quindi l'allattamento potrebbe essere compromesso.

Capezzoli introflessi di III grado: i capezzoli sonbo invertiti e retratti e qualsiasi manovra manuale non riesce a farli evertire. In questo caso il grado di fibrosi e costrizione dei dotti è ampiamente compromesso e sarà difficile poter allattare.

Tecniche chirurgiche di correzione dei capezzoli introflessi

Varie tecniche chirurgiche si sono succedute negli ultimi anni per la correzione dei capezzoli introflessi volte ad evitare le recidive e a preservare la possibilità dell'allattamento.
La tecnica che personalmente utilizzo prevede un incisione per metà alla base del capezzolo.
Estroflettendo il capezzolo e tenendolo in questa posizione con un filo si procede alla visione e sezione dei tralci fibrosi e dei dotti che trattengono il capezzolo nella posizione introflessa.
Quindi si procede ad una piccola plastica che rinforzi e chiude lo spazio sottoareolare che si è venuto a creare per incidere i dotti per evitare che il capezzolo si introfletta di nuovo.
Alla fine si sutura con un filo di Nylon l'incisione chirurgica.
La medicazione prevede il posizionamento di un piccolo cilindro all'interno del quale il capezzolo rimarrà ancorato e protetto dal peso del reggiseno per almeno 4-5 giorni.
Rimossa tale medicazione si procede anche alla rimozione dei punti di sutura.

Sensibilità del capezzolo dopo lintervento.
La sensibilità di solito non viene compromessa in quanto durante l'intervento chirurgico nessuna fibra nervosa sensitiva viene sottoposta a lesione.

Capezzoli introflessi e allattamento dopo intervento chirurgico.
Questo purtroppo è il vero problema che può insorgere nel postoperatorio. Di solito sappiamo che donne con capezzoli introflessi congeniti soprattutto di II e III grado difficilmente riescono ad allattare se il capezzolo non riesce ad evertere in maniera autonoma e svolgere il suo compito.
E' bene comunque saper che in qualche caso dovendo recidere qualche dotto galattoforo l'allattamento può essere comunque compromesso.

 

Prof. Massimo Vergine-Chirurgo senologo

Direttore Unità Operativa Complessa della Chirurgia della mammella- chirurgo Breast Unit

Policlinico Umberto I di Roma

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